Il telefono squilla, dall’altra parte una voce dice: “…sono in possesso di un grande dipinto raffigurante un fondo marino, è circa m. 3,50×2,00, è ridotto in malo modo… ho guardato in internet e sono venuto a conoscenza del pittore Lepori, il quadro è datato 1958… mi sono permesso di chiamare la Fondazione Lepori perché penso che un’opera d’arte così particolare debba tornare in mano agli eredi del suo autore…”.
La voce è quella di un signore fiorentino in possesso dell’opera a sua volta regalatagli da un pescivendolo negli anni ‘90. Vuole donarla sì, ma anche saperne di più e verificarne l’autenticità, così invita gli eredi per mostrargliela. L’appuntamento è presso un ristorante di Firenze, sui viali, dove si recano una delle figlie del pittore e una nipote. Il fiorentino, uomo gentile, semplice e spiccio, conduce le signore in uno scantinato e mostra loro l’opera d’arte. Il posto è angusto, polveroso e poco illuminato, il quadro è lì, appoggiato al muro…: non c’è dubbio si tratta di un Lepori e le due donne non esitano a riconoscerne lo stile inconfondibile.
E’ un’emozione inaspettata, ma com’è finito lì quel quadro? Nasce un piacevole dialogo tra i tre riuniti di fronte al fondo marino. Il quadro versa in pessime condizioni: ha il vetro rotto, la cornice non brilla più del suo oro, è sporco, sciupato ed anche arcuato a causa dell’umidità sopportata negli anni….ma l’odore del mare pare diffondersi lo stesso da quelle pennellate…: è arrivato per lui il momento di uscire dall’oscurità, di tornare con impeto a mostrarsi a quegli occhi che vorranno goderne, sprigionando nuovamente colore, odore e fantasia.
E così il prezioso dipinto inizia il suo viaggio per tornare laddove era partito circa 50 anni fa, laddove le abili mani di un amico e restauratore, ne cureranno il recupero. Viene privato del vetro ormai frantumato, messo sotto pressa per alcuni giorni restituendogli la sua originaria planarità, viene lavato: man mano che la spugna si muove roteando tra le pennellate, i colori diventano sempre più nitidi, animandolo e tirandone fuori tutta la sua potenza ed energia …. è il momento di verniciarlo, per proteggerlo, mai più sia preda dell’ombra…. Ed ecco è pronto, tornato al suo iniziale splendore, capace di provocare gioia, illusione, nonché meraviglia….
Chiara Maggini (la prima nipote dell’artista)